Giro delle Tre Cime di Lavaredo - 2 gg

16 e 17 AGOSTO  2014 - sab+dom

Panoramica dal Rif.Locatelli
Panoramica da M.ga Nemes

Prima uscita su due giornate! E che uscita!
Mettetevi comodi, ho scritto un libro stavolta.

PREFAZIONE
Da anni affascinato e attratto dalle Tre cime di Lavaredo dopo esserci stato a fare trekking in occasione della della Camignada poi Siè Rifuge Refuge, mi ero sempre ripromesso di ripassarci in mtb.
Sfogliando i giri dolomitici del mio nuovo libro, mi capita sott'occhio il giro dei Cadini di Misurina. Gira e rigira vari siti per informarmi trovo un giro, anzi, due di Ruotalpina: il giro della Cime in due gg con notturna e pernottamento in rifugio... e' mio!  LINK: PRIMO e SECONDO
Giro di email per vedere chi se la sente di venire: il tutto e' bello tosto, piu' di 3200 metri di dislivello, salite sfiancanti, meteo incerto per la sera-notte di sabato, fondo pesante, alzatacce all'alba, transito su sentiero vietato...
Nessuno si fa vivo, solo Franco accetta la sfida, anzi, alle mie incertezze e dubbi dell'ultima ora mi sprona a provarci comunque: si va!

PRIMO GIORNO - sab 16 AGOSTO
Arriviamo ad Auronzo verso le 17 sul lungolago. C'e il sole, qualche nuvola bianca che avanza.
Parcheggiato, tempo di vestirsi e indossati i pesantissimi zaini strapieni di roba, comincia a piovere.. nuvola passeggera, per fortuna. 15 minuti persi ad aspettare, ne approfittiamo per un caffè al bar prima di partire (pessima cosa, più avanti capirete il perchè). Smette di piovere, esce pure l'arcobaleno, finalmente alle 17.55 si parte.
Prendiamo la ciclabile lungolago, c'è parecchia gente che affolla il mercatino, attraversiamo il ponte, riprendiamo la ciclabile e arriviamo fino a loc. Giralba. Prendiamo la SR48 per abbandonarla dopo nemmeno un km, deviando sulla sinistra e salendo per la Val Marzon, sempre su asfalto ma ora piuttosto ripido e costante. A quota 1200 si devia per la Val d'Onge, ora su forestale molto smossa e sempre ripida, tutta nel sottobosco con torrente rumoroso di lato. Saliamo pian piano dosando le forze, sappiamo e' molto lunga e difficile. Ci facciamo qualche pausa barretta e riposo schiena, non molla un istante ed il fondo smosso peggiora le cose. Alle 19.20 il cielo si fa nuovamente grigiastro e comincia una fastidiosa pioggerella che in pochi minuti aumenta di intensità. Decidiamo di fermarsi e cercare un riparo, non e' il massimo arrivare al rifugio inzuppati d'acqua con temperature prossime, se non sotto, allo zero!
Purtroppo ci siamo resi conto che portarsi un telo, magari quelli di sopravvivenza, ed usarlo poi come rifugio di emergenza in caso pioggia non sarebbe stata una cattiva idea..
Decidiamo di appostarci nei pressi di un tornante,sotto ad un frondoso alberello ma continuiamo a bagnarci. Butto l'occhio per terra e trovo un lembo di un telo in nylon, lo tiro e da sotto al fango esce un bel pezzo che puliamo e sistemiamo alla bell'e meglio a mo' di tettoia... stiamo sotto li' in piedi, per un po' cadono gocce di acqua mista a fango ma poi rimaniamo all'asciutto, piedi a parte. Pensiamo a come coprirci le scarpe: pellicola dei panini che divoriamo subito sacchetti, stagnola.. tempo che riusciamo a inventarci qualcosa, smette di piovere! Ripartiamo immediatamente, abbiamo gia' perso un'altra mezz'ora abbondante e siamo appena a meta' salita!
Comincia a farsi buoi ancora prima del tramonto, siamo in una vallata tutta in ombra e tutta la strada e' avvolta dal buio del bosco. Intravediamo le alte vette circostanti sbucare e diventare sempre piu' rosse, che spettacolo!
Siamo a tre quarti della salita, il fondo comincia a farsi sempre più ostico e pesante: ampi tratti sono fangosi e si scivola, bisogna fare molta attenzione; decidiamo di accendere i fari. Faccio per accendere il mio, non funziona...controllo i collegamenti... nooooooooo!!!!! mi accorgo di avermi scordato la batteria in auto! Che pirla che sono!
Franco mi presta il suo farettino di emergenza e con quello almeno vedo dove metto la ruota anteriore. Procediamo molto a rilento. Comincia  a fare un freddo cane. Sono quasi le 21, cominciamo a vedere in alto le luci del rifugio, ancora uno sforzo!
Arriviamo alle 21.18, buoi pesto, cielo nero coperto. Assicuriamo le bici con i lucchetti ed entriamo fiondandoci sulla stube bella calda. Ci assegnano subito la stanza dove ci rechiamo per metterci qualcosa di asciutto. In una cameretta che sì e no potrebbe ospitare 4 persone, ci sono ben tre letti a castello..Franco deve trattenere il fiato per passare sul suo, tanto e' stretto lo spazio che rimane!
Non siamo i solo, ci sono altri due trekkers che stanno gia' dormendo. Ci cambiamo cosi' fuori nel corridoio, almeno la' si sta larghi e non disturbiamo.Mettiamo i vestiti ad asciugare a ridosso della stufa ed andiamo poi a cenare, un caldo minestrone di verdura ci aspetta. Chiediamo per la colazione ma, costo esorbitante a parte, non verrà servita prima delle 7. Decidiamo di non farla, saldiamo in anticipo i conti, e andiamo a dormire. La colazione la faremo una volta scesi a Misurina all'alba. Sistemati al buoi i sacchi lenzuola ci infiliamo dentro ma nè io nè Franco chiuderemo occhio per tutta la notte. Motivo? Numero uno: il caffe' preso malauguratamente prima di partire, secondo: l'eccitazione della giornata, terzo la camera: dormire con altre persone che manco conosci e che senti solo russare come orsi, avvolti poi in un piumino utile per dormire a -40 gradi non è il massimo.
Per tutta la notte continuo a guardare l'ora che non passa, sistemo al buio la fotocamera che ha smesso di funzionare, non so se per il freddo o l'acqua presa o tutti e due e ascolto gli altri russare. 

SECONDO GIORNO - Dom 17 Agosto
Faccio il conto alla rovescia dei secondi e alle 5 spaccate sveglio Franco che scopro pure lui con gli occhi sbarrati. Usciamo in corridoio per vestirci, colazione con barrette e succhi di frutta e alle 6.00 partiamo. Siamo gia' in ritardo, dovevamo partire alle 5.30. 
Fuori fa un freddo cane, ci imbaccucchiamo con indumenti invernali, passamontagna. Le pozze d' acqua sono ghiacciate, il fango e' dovunque. Renato di Ruotalpina scrive "scendiamo rapidamente a Misurina": un paio di ciuffoli... pensavo fosse tutta discesa invece dopo poco ecco che ci si presenta una salita, poi un'altra. Sudiamo come polli al cartoccio. Intanto l'anfiteatro delle dolomiti si sta accendendo in un rosso infuocato che dalle sommità scende sempre più a valle, che spettacolo, peccato le foto non rendano minimamente le emozioni di quei momenti!
Non sappiamo se svestirci o meno.. teniamo duro, qualche altro centinaio d metri di salita poi finalmente dal Rifugio Col del Varda inizia la discesa su comoda forestale. Facciamo pure qualche taglietto e anzichè di scendere completamente sul lungolago, rimaniamo in quota, ammirando lo specchiarsi delle rosse cime nelle sue gelide e fumanti acque.
Sono le 6.30. Iniziamo la salita asfaltata verso il Rifugio Auronzo. L'idea era arrivarci prima della 8 per evitare i controlli sul (insensato) divieto tra la forcella Lavaredo ed il rif. Locatelli.
La salita, benchè su asfalto è micidiale... medie del 17%, non un attimo di respiro. Ci spogliamo subito, anche se tutt'attorno la vegetazione e' avvolta da un velo di rugiada ghiacciata. Cominciano a salire le auto, prima sporadicamente, poi sempre più intensamente.. siamo in ritardo, va a finire ci tocca cambiare giro... Invece no. Ci sforziamo a salire, facciamo anche tratti a piedi camminando e alle 7.50 siamo davanti al rif. Auronzo. Fatta? No, bisogna raggiungere il rif, Locatelli. Partiamo in sella, foto a nastro, anche se e' tardi, poi rimpiangerei quei momenti persi per sempre! Con tratti in corsa schivando le pozzanghere ghiacciate sul larghissimo sentiero, giungiamo al rifugio. Fatta? No , bisogna salire alla forcella Lavaredo!
Rimontiamo in sella ma ridiscendiamo dopo manco un minuto... si fa meno fatica a salire a piedi che in sella, fondo a rocce e gradoni con leggero strato di ghiaccio sopra.
Fatto quel centinaio di metri di dislivello arriviamo alla forcella. Che panorama eccezionale
Tira un vento forte e gelido, il cartello di divieto c'è, non si capisce perchè visto il sentiero è largo che ci passa un camion e per di più completamente deserto da pedoni... sono tutti dietro di noi, stanno ancora salendo in fila indiana come le processionarie: dobbiamo approfittarne e passarlo subito, prima che arrivino. Per 3/4 è in discesa fin sotto al rifugio Locatelli dove anziche' salire per le scale, facciamo il giro largo e saliamo da dietro il rifugio.
E' fatta, ora sì, finalmente. 8.40 arrivati. Al Locatelli la poca gente e' a far colazione e mettersi l'imbragatura ma ne stanno arrivando a frotte. Pausa capuccino e mega-fetta di strudel che dividiamo in due tanto e' grande, poi restiamo ancora un po ad ammirare le tre cime ora accese di un colore rossastro.
Non so come sia il paradiso ma qua poco ci discostiamo di sicuro!
Ci reimbaccucchiamo per la discesa ritenuta molto difficile e poco pedalabile. 9.20 ci buttiamo. Capisco ora che quei ragazzi di Ruotalpina hanno uno spirito più xc che enduristico- trialistico: altro che bici in spalla! Godimento allo stato puro! discesa molto tecnica, rocce e gradoni da schivare/saltare a non finire, tutto immerso tra i pini mughi e il gorgogliare di torrenti alimentati da eccezionali cascate d'acqua sullo sfondo... Mi diverto come un matto, Franco pure, anche se più prudente. I metri o meglio i passaggi fatti a piedi si contano sulle dita di una mano, più che altro perchè una fiumana di gente sta salendo e anche se si mettono da parte per ammirarci a scendere su un sentiero per loro impossibile ( o per farsi due risate nella speranza di vederci fare un 360°?) meglio cercare di non rischiare di investirli dopo qualche tornantino. Certo alcuni tratti ci si deve fermare a studiare dove mettere poi la ruota ma tutto questo a me piace, eccome se mi piace!
Alle 10.20 arriviamo (purtroppo!) alla capanna di fondovalle. C'e la ressa di gente che sta salendo, mamma quanta! Veloce discesa fino a Moso, togliamo le protezioni ci mettiamo in tenuta xc estiva e cominciamo a salire per Malga Nemes. Si sale per asfalto, ma la strada e' chiusa al traffico e tranquilla. Pendenza sempre elevata , 15% e più. Conosciamo altri due bikers da Pordenone e saliamo con loro. Facciamo delle rampe a piedi, abbiamo più di 3000 metri sulle gambe, una notte insonne e più di 10 kg di zaino da issare...
La strada lascia il posto allo sterrato, qualche pozzanghera ma piuttosto ben battuto. Sbuchiamo in una bellissima piana con verdi e curati pascoli a perdita d'occhio. Troviamo pure un branco di Lama che avviciniamo con prudenza, conoscendo il loro curioso sputacchiamento difensivo. No pensavo fossero cosi' imponenti... poi se ne vanno  si mettono a rincorrere una ragazza con il cane al guinzaglio...non vorrei essere stato al suo posto.
Arriviamo con ultimo strappetto su ripidissimo sentiero sconnesso ( che faccio in sella, non come altri a piedi, Yeah!) alla famosa Malga Nemes. Seguiamo per punto le indicazioni di Ruotalpina e dopo aver atteso per svariati minuti che si liberi un tavolo, ordiniamo 4 piatti di patate, speck e uova e 4 birre da mezzo. Peccato per le birre arrivate quasi a temperatura ambiente 15 minuti prima del piattone tipico ma è stata comunque una mangiata con i fiocchi.. oramai avevo il voltastomaco di barrette e simili!
Salutati i nostri amici, ritorniamo indietro  per un centinaio di metri e prendiamo in discesa per il Passo santa Croce con una bella discesa tra prati e passerelle di legno (pare essere un bike park) tra orde di turisti.
Ora tocca ad un gradevole e interminabile falsopiano sopra Padola. I miei ricordi vanno al bellissimo giro sul Costa della Spina...bella zona, questa! Cominciamo ora a salire su asfalto con pendenze ancora una volta importanti verso il passo S.Antonio. Ruotalpina mette momentaneamente fine al supplizio con una deviazione su forestale in falsopiano ma per riprendere quaota si inventano si fare un sentiero verticale su fondo di fango e radici scivolosissime.. manco con il paranco si riesce a salire. Con l'aiuto del Santo, ci arrampichiamo e sbuchiamo al cartello del Comelico Superiore, comune termale. Proseguendo finalmente in discesa e falsopiano ma su ex strade ora diventati laghi.. ecco perchè sul cartello e' scritto " comune termale" .. ci sono fanghi a volonta!!!
Ci si mette poi pure Franco "passa per una pozzanghera che ti faccio la foto" , " ma quella grande": io pirla ( e siamo a due ) mi ci fiondo dentro... peccato che questa al contrario delle altre e' profonda una 30 ina di centimetri... fino al movimento centrale! Così mentre Franco se la ride mi ritrovo con le scarpe zuppe e piene di melma. Vabbè, ridiamoci sopra.
Tocca ora al'ultima e ripida discesa su sentieri CAI 14 e 12, ma tiriamo un dritto sul finale e, visto nessuno vuole risalire anche solo di un metro a riprendere la traccia, scendiamo direttamente ad Auronzo sul lago.

FINALE

Che uscitona, ragazzi! Dura, molto dura ed impegnativa fisicamente, ma estremamente emozionante e paesaggisticamente insuperabile. Rimarrà sicuramente per sempre tra i nostri migliori ricordi.
Positivo anche l'aver fatto una due giorni ( che in realtà sarebbe uno e mezzo), notturna compresa... la prossima volta mi porto anche le batterie, magari!
Grazie a Franco per tutto, se non mi convinceva non so se l'avrei poi più fatta. Sei un grande!

PANORAMA: 10
TRACCIA: 9

Dati riepilogativi:

Km:          tot.82,5 km 
Dislivello :
3.300
Max alt.:
2.481 mt
Durata:tot23 hr

in mov.10h, 20 min
Vel.media7,94 Km/h

max--- Km/h
Tempi:salita17:30 h

discesa5:07 h
Meteo:
sole-nuvoloso- pioggia, sabato
sole - freddo in quota, domenica



Difficoltà:
molto difficile
Note:
bellissimo
      
Traccia :
   
Foto :
L'intero album CON MOLTE ALTRE FOTO da visionare lo trovate cliccando qui:  PICASA
Qua invece trovate le foto di FRANCO: Google+










































































8 commenti:

  1. Bel giro, sicuramente un avventura da ricordare .

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  2. Ciao Fabio, sono Luciano (uno dei due di Pordenone). Complimenti per la relazione e per le bellissime foto. Speriamo di poterci incontrare ancora.

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    1. Grazie Luciano! Fatevi vivi che un'altro giro ce lo facciamo assieme! ciao!

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  3. complimenti per il girone!
    Quando ho tempo mi fermo a leggere i tuoi report sempre molto ben dettagliati.
    Io ho fatto l'anno scorso un giro simile sulle tre Cime facendo la dura salita da misurina, poi rifugio Auronzo, Pian di Cengia (bello), Locatelli per sentiero vietato e ghiacciato, e infine discesa tosta verso Carbognin.
    Tre cime sempre garanzia di spettacolo.!
    Bravo!

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  4. mi chiamo Roberto, sono sul forum "marrone"
    Abito a Riese pio X.
    Non siamo mai usciti assieme...
    magari prima o poi.

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  5. Ho un amico da Riese, magari vi conoscete.
    Esco ben volentieri! contattami! reply AT email.it

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    1. può darsi, ce ne sono un paio che ho conosciuto sul Forum.
      Attualmente controllo cosa fanno settimanalmente sul forum e qualche volta mi aggrego.
      Dovrei tenere d'occhio anche il tuo sito ed eventualmente contattarti per qualche uscita...

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