26 e 27 Agosto 2017 - sab+dom
Primo giro di due gg del 2017, destinazione Passo del Madriccio.
Anche questo giro era nella mia lista, ci tenevo a (provare a) pedalare nel passo ciclabile piu' alto d'Europa e questo giro dei MtbBrothers è l'occasione giusta.
Per l'occasione abbiamo scelto una traccia del Nonnocarb, modificata in più punti e con l'aggiunta di un impianto di risalita.
GIORNO 1
Partenza dal tranquillo paese di Morter, vicino alla stazione dei Vigili del Fuoco (comodo parcheggio libero e fontanella pubblica).
Zaino pesantissimo, siamo sugli 8 kg... con le previsioni di tempo incerto per il pomeriggio-serata del primo gg, abbiamo stivato anche cambi completi, capi invernali, tipo guanti e maglie pesanti, oltre che attrezzi vari, due camere d'aria (al mattino mi sono trovato ambedue le gomme latticizzate completamente a terra), saccoletto, barrette e integratori per due gg, ciabatte per il rifugio, ecc ecc...
Si inizia per la ciclabile in dolce salita della Val Venosta, immersa tra variopinti meleti stracarichi di frutti.
La vera salita inizia dopo ben 20 km, una una volta raggiunto l'abitato di Prato allo Stelvio, salendo inizialmente su asfalto poi su larga sterrata con pendenze attorno al 15% sempre costanti. La salita è dura, piuùche altro per il peso degli zaini e la calura. Cerchiamo di fare una sosta ogni 100 metri di dislivello, ma talvolta ci fermiamo prima.
Provvidenziale una fontanella con acqua ghiacciata, quando oramai avevamo finite le scorte. Ci facciamo forza confidando di un lauto ristoro presso la malga Vellnairalm, ma una volta arrivatici con le bave alla bocca per la fame, scopriamo che è una malga privata e l'anziano proprietario stesso, appena ci vede avvicinarsi al tavolo al quale stava facendo spuntino con la moglie, si affretta in una frazione di secondo a riaccartocciare alla meno peggio il salame e lo speck che stava tagliando ed andare a nasconderlo all'interno della malga stessa... non comment... persino gli immigrati vengono accolti meglio in Italia... ma qua forse non siamo in Italia.
Rimesso il cuore, anzi, lo stomaco in pace, ammiriamo il panorama che si apre ora sul gruppo dell'Ortles imbiancato e seminascosto da dense nubi grigiastre, ci buttiamo in discesa nel bosco, prima che il tempo volga al peggio. Infatti, proprio a fine discesa a meno di 1 km dall'impianto di risalita verso il Rif. Milano, comincia a piovere e arriviamo agli impianti che diluvia.
Aspettiamo qualche decina di minuti che l'acquazzone cessi, poi corriamo a fare il biglietto prima che la cabinovia chiuda per maltempo. la salita di servizio vista dalla cabinovia sale con pendenze al limite del pedalabile, forse oltre... meglio non aver osato!
Arriviamo alla stazione a monte che pioviggina, fa anche freddo, per cui ci rintaniamo subito per mettere al riparo le bici e farci una birra ed una fetta di dolce al rifugio, poi doccia, cena tipica altoatesina e subito a nanna.
GIORNO 2
Avevamo deciso di alzarci per le 7, ma gia' alle 5 del mattino France salta giù dalla branda e comincia a ramenare nello zaino e vestirsi "per fare foto alle stelle" e ci sveglia tutti. Incapaci di riprender sonno, sarà per l'adrenalina che assapora gia' la discesa, sara' per prendere una boccata d'aria sana vista la tossicità che pervade nello sgabuzzino con le 8 brande, ci alziamo tutti quanti a fare una energica e abbondante colazione.
Dal Rifugio Milano, quota 2.573, al passo del Madriccio 3.129 sono 556 metri di dislivello, di cui 3/4 da fare a spinta... sarà l'altitudine, saranno le pendenze, sarà che siamo fiacchi noi, pedalare e' cosa ardua e non si riesce a fare piu' di 100 metri senza doversi fermare a riprendere battiti e fiato....
Arrivati al passo tira un forte vento gelido, per cui dopo qualche veloce foto a immortalare l'impresa, ci accingiamo finalmente a scendere. I primi 150 metri di dislivello sono impedalabili o quasi.. sentiero su rocce con drop e curve strette a gomito, con fondo di pietre smosse e instabili, sentiero esposto... difficile farlo anche a piedi. Scendendo migliora notevolmente, diventa sempre meno esposto fino a spianare e, seppur con fondo tecnico diventa finalmente molto divertente, anzi, con tratti in single trail veramente fantastici e, complice il sole, in uno scenario da sogno!
Arriviamo al rifugio Corsi con un breve tratto in salita, poi si attraversa un ponte su un turbolento torrente che scendendo da una cascata, forma una stretta e profonda gola provvista di varie e insolite torrette esposte per ammirarlo.
Seguiamo ora il bel sentiero scassato ma divertente passando poi su sterrati e asfalto fino al lago di Gioveretto dove poi si imbocca il velocissimo sentiero 36 che tra prati e boschi su sentiero con a fianco le tipiche canalette per l'acqua ci conduce direttamente al paese di Morter, punto di partenza.
Giro molto bello, panorami mozzafiato e discesa da leccarsi le dita... forse poco AM sul sentiero 36 ma pur sempre divertente e flow che fa dimenticare le fatiche della salita fatta per guadagnarselo.
Presenti al giro e festeggianti allo Bräustüberl Forst di lagundo: Francesco e Gabriele dei TheMtb Biker Brothers, France, Roberto ed io.
Anche questo giro era nella mia lista, ci tenevo a (provare a) pedalare nel passo ciclabile piu' alto d'Europa e questo giro dei MtbBrothers è l'occasione giusta.
Per l'occasione abbiamo scelto una traccia del Nonnocarb, modificata in più punti e con l'aggiunta di un impianto di risalita.
GIORNO 1
Partenza dal tranquillo paese di Morter, vicino alla stazione dei Vigili del Fuoco (comodo parcheggio libero e fontanella pubblica).
Zaino pesantissimo, siamo sugli 8 kg... con le previsioni di tempo incerto per il pomeriggio-serata del primo gg, abbiamo stivato anche cambi completi, capi invernali, tipo guanti e maglie pesanti, oltre che attrezzi vari, due camere d'aria (al mattino mi sono trovato ambedue le gomme latticizzate completamente a terra), saccoletto, barrette e integratori per due gg, ciabatte per il rifugio, ecc ecc...
Si inizia per la ciclabile in dolce salita della Val Venosta, immersa tra variopinti meleti stracarichi di frutti.
La vera salita inizia dopo ben 20 km, una una volta raggiunto l'abitato di Prato allo Stelvio, salendo inizialmente su asfalto poi su larga sterrata con pendenze attorno al 15% sempre costanti. La salita è dura, piuùche altro per il peso degli zaini e la calura. Cerchiamo di fare una sosta ogni 100 metri di dislivello, ma talvolta ci fermiamo prima.
Provvidenziale una fontanella con acqua ghiacciata, quando oramai avevamo finite le scorte. Ci facciamo forza confidando di un lauto ristoro presso la malga Vellnairalm, ma una volta arrivatici con le bave alla bocca per la fame, scopriamo che è una malga privata e l'anziano proprietario stesso, appena ci vede avvicinarsi al tavolo al quale stava facendo spuntino con la moglie, si affretta in una frazione di secondo a riaccartocciare alla meno peggio il salame e lo speck che stava tagliando ed andare a nasconderlo all'interno della malga stessa... non comment... persino gli immigrati vengono accolti meglio in Italia... ma qua forse non siamo in Italia.
Rimesso il cuore, anzi, lo stomaco in pace, ammiriamo il panorama che si apre ora sul gruppo dell'Ortles imbiancato e seminascosto da dense nubi grigiastre, ci buttiamo in discesa nel bosco, prima che il tempo volga al peggio. Infatti, proprio a fine discesa a meno di 1 km dall'impianto di risalita verso il Rif. Milano, comincia a piovere e arriviamo agli impianti che diluvia.
Aspettiamo qualche decina di minuti che l'acquazzone cessi, poi corriamo a fare il biglietto prima che la cabinovia chiuda per maltempo. la salita di servizio vista dalla cabinovia sale con pendenze al limite del pedalabile, forse oltre... meglio non aver osato!
Arriviamo alla stazione a monte che pioviggina, fa anche freddo, per cui ci rintaniamo subito per mettere al riparo le bici e farci una birra ed una fetta di dolce al rifugio, poi doccia, cena tipica altoatesina e subito a nanna.
GIORNO 2
Avevamo deciso di alzarci per le 7, ma gia' alle 5 del mattino France salta giù dalla branda e comincia a ramenare nello zaino e vestirsi "per fare foto alle stelle" e ci sveglia tutti. Incapaci di riprender sonno, sarà per l'adrenalina che assapora gia' la discesa, sara' per prendere una boccata d'aria sana vista la tossicità che pervade nello sgabuzzino con le 8 brande, ci alziamo tutti quanti a fare una energica e abbondante colazione.
Dal Rifugio Milano, quota 2.573, al passo del Madriccio 3.129 sono 556 metri di dislivello, di cui 3/4 da fare a spinta... sarà l'altitudine, saranno le pendenze, sarà che siamo fiacchi noi, pedalare e' cosa ardua e non si riesce a fare piu' di 100 metri senza doversi fermare a riprendere battiti e fiato....
Arrivati al passo tira un forte vento gelido, per cui dopo qualche veloce foto a immortalare l'impresa, ci accingiamo finalmente a scendere. I primi 150 metri di dislivello sono impedalabili o quasi.. sentiero su rocce con drop e curve strette a gomito, con fondo di pietre smosse e instabili, sentiero esposto... difficile farlo anche a piedi. Scendendo migliora notevolmente, diventa sempre meno esposto fino a spianare e, seppur con fondo tecnico diventa finalmente molto divertente, anzi, con tratti in single trail veramente fantastici e, complice il sole, in uno scenario da sogno!
Arriviamo al rifugio Corsi con un breve tratto in salita, poi si attraversa un ponte su un turbolento torrente che scendendo da una cascata, forma una stretta e profonda gola provvista di varie e insolite torrette esposte per ammirarlo.
Seguiamo ora il bel sentiero scassato ma divertente passando poi su sterrati e asfalto fino al lago di Gioveretto dove poi si imbocca il velocissimo sentiero 36 che tra prati e boschi su sentiero con a fianco le tipiche canalette per l'acqua ci conduce direttamente al paese di Morter, punto di partenza.
Giro molto bello, panorami mozzafiato e discesa da leccarsi le dita... forse poco AM sul sentiero 36 ma pur sempre divertente e flow che fa dimenticare le fatiche della salita fatta per guadagnarselo.
Presenti al giro e festeggianti allo Bräustüberl Forst di lagundo: Francesco e Gabriele dei TheMtb Biker Brothers, France, Roberto ed io.
DIVERTIMENTO : 8,5
DIFFICOLTA' : 8
PANORAMA : 9+
NOTE: salite estreme con portage anche su tratti in discesa
DATI RIEPILOGATIVI:
Orario inizio: 08/26/2017 09:13
Orario fine: 08/26/2017 15:33
Distanza: 44,3 km (06:20)
Tempo movimento: 04:26
Velocità media: 6,99 km/h
Velocità media mov.: 9,96 km/h
Max. Velocità: 35,31 km/h
Altitudine minima: 674 m
Altitudine massima: 2522 m
Velocità di salita: 513,1 m/h
Velocità di discesa: -299,4 m/h
Dislivello positivo: 1.590 m (+ 660 mt di impianto)
Tempo di salita: 04:23
Tempo di discesa: 01:34
TRACCIA:
FOTO :
L'ALBUM COMPLETO lo trovate cliccando qui: GOOGLE PHOTO
ciclabile della Val Venosta
meleti a perdita d'occhio
si comincia a salire..
malga Vellnairalm
il Gran Zebrù
inizio discesa verso Solda
sulla cabinovia
fuori piove ancora
rif. Milano
merendina all'arrivo
panino imbottito!
il gran Zebrù
foto di gruppo
si riparte verso il passo
si spalla..
passo del Madriccio
primo pezzo della discesa
poi diventa flow
e divertente
verso il rif. Solda
foto di gruppo al rif Corsi
Lago di Gioveretto
ciclisti "in erba"
festeggiamenti alla Bräustüberl Forst
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